È ufficialmente (ri)iniziato il mese della moda. Come sempre, New York è la prima tappa del calendario, pronta a dettare il tono per il resto della stagione. Dopo una programmazione di Milano molto ridotta e una di Parigi intensa, le settimane dedicate al menswear del mese scorso sono state piuttosto piatte, complice anche la quantità di brand che hanno optato per il co-ed. Per la collezione FW25, la NYFW è però riuscita a riprendersi leggermente, grazie anche all’alta concentrazione di nuovi talenti che pian piano si stanno facendo strada, riportando la tappa americana del calendario della moda a una rinnovata rilevanza, che negli ultimi anni è andata un po’ a perdersi. Nonostante l’attuale panorama politico degli Stati Uniti, i brand sono comunque riusciti a lanciare messaggi incisivi attraverso le loro collezioni, in puro stile NYC. Ecco quindi i 5 migliori show della New York Fashion Week FW25.
Collina Strada
Irriverente, forte e piena di heritage: queste sono le caratteristiche principali tanto della città di New York quanto della FW25 di Collina Strada. Per questa collezione, Hillary Taymour immagina una linea temporale in cui «la femminilità, l’essere queer e le disabilità non sono combattute, ma accettate empaticamente». Tra abiti da sposa trasformati e ripensati e vecchi cappotti doppiopetto, la collezione gioca su un’innumerevole varietà di texture e materiali, dando loro la possibilità di rinascere e trovare nuova vita. Il tutto avvolto in un’estetica punk così fieramente femminile che a tratti ricorda in maniera velata ma celebrativa Vivianne Westwood.
Sandy Liang
“Chissà come sarò da adulto”. È una domanda che ognuno si è posto durante l’infanzia, influenzata da modelli esterni e da quell’idea un po’ idealizzata di cosa significhi davvero crescere, sopratutto chi è nato e cresciuto a cavallo del millennio, a pane e sit-com. Su questo riflette la FW25 di Sandy Liang, una sorta di ode a quegli ideali fanciulleschi, con evidenti richiami a icone degli anni ’90 e 2000 come Polly Pocket e i Tamagotchi. In passerella si succedono moltissimi twinset, una palette intrinsecamente femminile e silhouette carratterizzate da gonne che passano dal ginocchio alla mini, richiamando alcune delle collezioni più iconiche “Signora”.
FForme
Tra i debutti più attesi del 2025 c’era senza dubbio quello di Frances Howie, che dopo oltre dieci anni come design director di Stella McCartney è approdata alla direzione creativa di FForme. Una prima collezione che non ha disatteso le aspettative – a differenza di una collega di New York – fondendo una sensualità avvolta da colli alti con un’estetica cupa, fatta di materiali e texture pesanti (quasi à-la-Nosferatu). Il punto nevralgico? Le frange, protagoniste sia negli ampi capispalla sia negli accessori, dei grandi statement di questo debutto .
Khaite
La FW25 di Khaite è un omaggio magistrale al minimalismo lynchiano, costruito su toni cupi e misteriosi. Un grande gioco di contrasti, soprattutto tra i materiali: la pelle si oppone alla maglieria oversize, la pelliccia si affianca al cuoio scamosciato, e la figura resta coperta ma al contempo sensuale. La palette è ridotta al minimo, con il rosso borgogna che ancora una volta cattura l’attenzione (e sembra deciso a rimanere in tendenza nonostante l’uscita dalle scene di chi lo aveva riportato in auge), affiancato da sfumature di beige e nuance neutre che si completano a vicenda.
Thom Browne
Dopo essere diventato il designer prediletto di Doechii, Thom Browne ha deciso di chiudere la NYFW con uno show che unisce teatralità e rigore sartoriale. La FW25 è un viaggio tra classicismo e surrealismo, dove la silhouette maschile tradizionale si deforma per diventare qualcos’altro. Giacche strutturate si allungano fino a sfiorare il pavimento, gonne plissettate sovrapposte si muovono a ogni passo, mentre completi in tweed si arricchiscono di dettagli ispirati al mondo dell’ornitologia. L’influenza degli uccelli è evidente in ogni elemento, dalle proporzioni alle texture, con piumaggi ricreati attraverso intrecci di bouclé e inserti di cristalli Swarovski. Il risultato è una collezione che conferma l’abilità di Browne nel trasformare il tailoring in una performance, mantenendo la sua estetica rigorosa ma sempre in evoluzione.